Per anni, dopo un doppio posto d’onore ai Concorsi Ciaikovksij e Leeds (e la scoperta della tavolozza direttoriale da esaltare sul podio) quanto ad apparizioni in recital poteva definirsi un pianista pentito. Poche partecipazioni da camera per Myung-Whun Chung, centellinate in duo con le sorelle virtuose d’archetto e qualche rapida evasione per suonare in assolo a casa sua o in camerino, durante gli intervalli delle opere che dirigeva. Tanto che nel 2020, quando la Filarmonica lo reclutò nel Triplo di Beethoven, ammetteva che «professionalmente parlando, come pianista non lo sono più da quarant’anni».
Mai dire mai però, devono essersi detti alla Filarmonica, che è riuscita a reclutarlo nel doppio appuntamento scaligero di queste ore, sui pentagrammi del Concerto in la maggiore n.23 K488 di Mozart. Direttamente da esecutore e guida esperta sul podio. Il brano del salisburghese, che tradizionalmente favorisce e integra lo scambio proficuo solista/orchestrali sui leggìi, figura oggi al centro della prima prova aperta benefica, a sostegno della Fondazione Don Gino Rigoldi e del progetto Soul (Supporto allo Studio, Orientamento Universitario e Lavoro). Opportunità che stimola occasioni di crescita per studenti con fragilità adolescenziali, in cinque istituti scolastici milanesi e due centri di aggregazione (ore 20, info per accedere su www.aragorn.it). La seduta di concertazione pubblica — jeans e maniche di camicia tra i musicisti, con ovvia possibilità di ripetere più volte lo stesso passaggio — precede il concerto di lunedì (ore 20, biglietti su filarmonica.it). Dopo le delizie mozartiane, la bacchetta di Chung cambia radicalmente scenario, proponendo nel finale la Sesta Sinfonia in la maggiore di Anton Bruckner. Diretta su Rai Radio 3 e la Scala Tv.
Credits fotografia: Giuseppe Peletti
Luigi Di Fronzo, La Repubblica – pag. 12 – 07/04/2024