Dopo oltre trent’anni di sodalizio e centinaia di concerti alla Scala e nelle maggiori sale del pianeta, Myung-Whun Chung non aveva ancora suonato Bruckner con la Filarmonica. Lo farà lunedì, nell’appuntamento della stagione principale della Filarmonica, e domenica, durante la prova aperta in favore della Fondazione Don Gino Rigoldi e del suo progetto Soul per sostenere il percorso scolastico e Tinserimento nel mondo del lavoro di studenti tra i sedici e i diciannove anni con fragilità. E questa prima volta avverrà con la sesta sinfonia, «la stessa che diressi al Concertgebouw di Amsterdam nel 2008; poi a gennaio di quest’anno ho affrontato la settima, sia in Olanda sia qui alla Scala. Adesso torno sulla sesta: la musica per me è espressione di qualcosa di spirituale, ha, nelle sue forme più alte, sempre un messaggio mistico; e se c’è una musica potentemente spirituale anche quando non è sacra, è quella di Bruckner. Ed è bello suonarla, dopo averlo fatto col Concertgebouw, con un’altra delle mie orchestre amiche».
Per il maestro coreano, 71 anni compiuti a gennaio, da ormai due lustri la musica più che un lavoro è un piacere. «Avevo detto, molto tempo fa, che a sessantènni avrei smesso di dirigere; non è andata così, ma da lì ho scelto di non vivere più la musica come una professione: ho iniziato a suonare solo con le orchestre con cui ho avuto un legame particolarmente profondo e intenso, e tra queste, l’ho sempre detto e ripetuto, c’è la Filarmonica della Scala. I professori scaligeri, fin da subito, hanno capito quello che avevo in testa e soprattutto quello che avevo nel cuore».
È, per il maestro coreano, il livello più importante: «Perché a ben vedere quello del direttore è un ruolo strano. A che cosa serve? Guardato da fuori, a livello “fisico”, a poco: ci sono tante sezioni dell’orchestra che possono suonare senza guida, il suo contributo sembra fermarsi a ritmare un tempo che tutti possano rispettare e poco altro, come certe dinamiche e agogiche. Da dentro, il direttore serve ad aiutare cento musicisti ad entrare nello stesso modo nello spirito della musica; e questo è difficile, soprattutto nella vita professionale: talvolta professionale non fa rima con musicale, il suonare si riduce a un lavoro che non tocca l’anima».
Non è un rischio che corre Chung, tanto più che stavolta non si esibirà solo sul podio, ma anche al pianoforte, solista nel Concerto K 488 di Mozart, lo stesso eseguito alla Fenice di Venezia, l’altra sua casa musicale italiana durante le recenti stagioni. Prima che direttore, Chung è stato un pianista capace di un secondo posto a ventun’anni al concorso Ciajkovskij di Mosca.
Sul podio non posso definirmi un musicista, perché da solo non produco nessun suono, al pianoforte sì, anche se adesso sono più un dilettante, non mi esercito quanto un vero concertista. Perché allora ho fatto il direttore? Credo perché mi piace di più il suono dell’orchestra che quello del pianoforte, e il repertorio orchestrale più di quello pianistico».
Myung- Whun Chung dirige la Filarmonica della Scala nella sesta sinfonia di Anton Bruckner e nel Concerto in la maggiore K 488 di Mozart, in cui si esibirà anche come pianista
Oggi ore 19.30 in Scala, Prova Aperta in favore della Fondazione Don Gino Rigoldi e del suo progetto Soul €35-55, biglietteria@aragorn.it, www.aragorn.vivaticket.it.
Lunedì concerto ore 20,€11-110
Credits fotografia: Giuseppe Peletti
Enrico Parola – Il Corriere della Sera, pag. 9 – 07/04/2024