I diritti non sono un premio. Nemmeno in carcere.

Crediamo che i diritti vadano garantiti sempre e comunque: noi insieme a BIR aiutiamo i giovani che sono inciampati a immaginarsi un futuro diverso.

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Dal XIX° rapporto sulle carceri dell’Associazione Antigone emerge che il numero dei detenuti negli istituti penali minorili sono tornati ad aumentare.

Qui troviamo sempre i ragazzi più fragili, quelli che hanno commesso un reato per fame, per disperazione, pensando così di essere visti e rispettati. Spesso non hanno nessuno fuori ad aspettarli.

Occuparsi di loro significa scegliere di schierarsi tra chi vede in loro la possibilità di ripensarsi e ricominciare e chi vede solo persone condannate ad una vita di continui risarcimenti.

Con l’Associazione BIR entriamo al Beccaria credendo in una forma di volontariato inclusivo, che accoglie l’altro, il diverso, il reietto e lo tratta da persona. Perché le giornate in carcere sono lunghe e dure e avere qualcuno che viene da te volontariamente regala speranza.

Proviamo a capire meglio la situazione!

Un volontario del Beccaria ha raccolto questa confidenza da parte di un ragazzo detenuto e ha voluto raccontarcela:

«Credo che la vita sia fatta di checkpoint continui. Belli o brutti che siano bisogna approfittare di questi momenti di pausa e capire come si può ripartire.» Non si cancella il passato, quello che è stato fatto esiste, è dentro di noi. Bisogna imparare a farci pace: solo se capisci veramente cosa hai combinato puoi pensare di trovare un modo nuovo di vivere. È in questi momenti che ti fermi e capisci cosa hai tra le mani, cosa hai da trattenere e cosa da lasciare.

«Io voglio avere il coraggio di farlo e chissà che al prossimo checkpoint possa vedere qualche cambiamento positivo e magari poi riparto con tutto quello che ho: gli amici, la ragazza, il pallone e un lavoro, sì. Perché altrimenti chi di prende cura di chi amo?»

Il volontariato dentro al carcere è un’esperienza trasformativa per i detenuti, ma anche per chi come Pietro, volontario dell’Associazione BIR, ha anche imparato qualcosa tra queste mura:

«Ai ragazzi del Beccaria devo un insegnamento su tutti: non siamo gli errori che commettiamo, ma siamo quelli che decidono di porvi rimedio. Perché non è mai troppo tardi per cambiare le cose. Quanto sono entrato per la prima in istituto come volontario ho imparato a sospendere il giudizio sul motivo – se reso noto dai ragazzi stessi – per cui si trovano in carcere, per quanto grave possa essere. Ho imparato ad ascoltare prima che a parlare, cercando di leggere oltre le parole e i comportamenti spesso provocatori messi da loro in atto. Serve cambiare prospettiva, completamente.

Con loro giochiamo a carte, a biliardino, con giochi di società… entriamo in relazione e poi succede che quando torni a trovarli iniziano ad avvicinarsi per primi, ti cercano, si aprono, si raccontano. Hanno storie che non avrei potuto mai immaginare: adolescenti come gli altri per certi versi, ma molto più fragili, sovrastati come sono da problemi più grandi di loro. I più violenti nascondono le sofferenze più profonde, la non stima di sé stessi, la rabbia verso una vita che è iniziata in salita e inascoltata. Da noi volontari imparano dalla concretezza del nostro esserci, lì, per loro. Semplicemente.»

Con il progetto Volontariato Inclusivo sosteniamo l’Associazione BIR nel promuovere esperienze di protagonismo, socialità, crescita legate a volontariato e cittadinanza, particolarmente importanti per la crescita dei giovani. Fare volontariato migliora la propria condizione di benessere personale (relazioni, competenze sociali relazionali e trasversali, socialità, conoscenza di sé e degli altri, …). e l’inclusione di persone con minori opportunità:

  • Volontariato al Beccaria: attività per i ragazzi del carcere minorile Beccaria, accompagnati dallo staff di BIR per la formazione e il monitoraggio dell’esperienza.
  • Youth Work al Centro per Giovani: attraverso la presenza di uno youth worker di BIR nell’equipe del Centro per Giovani vengono proposte attività di volontariato e cittadinanza attiva a ragazzi e ragazze del centro.
  • Cammini per l’inclusione: si tratta di esperienze di viaggio a piedi realizzate da gruppi di volontari e giovani con minori opportunità in un’ottica di condivisione alla pari di un’esperienza intensiva e trasformativa.

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