Far parte di una cooperativa sociale significa tante cose: vuol dire promuovere un’attività economica responsabile e creare opportunità lavorative anche per chi, senza queste imprese, forse un lavoro non lo avrebbe. Ma soprattutto significa mettere al centro le persone, farle sentire di nuovo parte di una comunità che le include. Perché queste opportunità di lavoro non solo forniscono un valore economico, ma contribuiscono allo sviluppo personale, all’autostima e all’integrazione sociale delle persone coinvolte.
Al Biscottificio Sociale di Villa Paradiso facciamo proprio questo: troviamo talenti nascosti in chi credeva di non averne e scopre nella pasticceria una forma di cura. È il luogo dove si impara a sfidarsi, sfruttando la creatività per superare la rigidità delle dipendenze e per iniziare a prendersi cura di sé stessi e degli altri.
Proviamo a capire meglio la situazione!
Abbiamo raccolto la storia di V. Quella a Villa Paradiso non è la sua prima esperienza di comunità. Era stato ospite di un’altra struttura, in cui lavorare duramente e attenersi alle regole permetteva di inserirsi solidamente al suo interno.
«Ho fatto avanti e indietro dalla comunità in cui mi trovavo. Non era il mio posto e appena uscivo venivo inghiottito di nuovo dal vortice di emozioni e necessità che non ero in grado di controllare. È stato lo SMI a indirizzarmi verso Villa Paradiso. Dicevano che avrei avuto bisogno di una comunità diversa per affrontare i miei problemi e per lavorare su me stesso e sulla mia storia…
Mi ci è voluto un anno per abituarmi a stare qui! Ho dovuto tollerare le critiche che mi venivano mosse e i consigli che mi venivano dati e per una persona come me, un narcisista con una storia di eccessi alle spalle, diciamo che non è stato semplice. Sono quel tipo di persona che se non ha mai fatto qualcosa prima è riluttante a sperimentare le novità. Ma qui sono uscito dal guscio, mi sono dato alla pasticceria!
Ho scoperto un mondo nuovo all’interno del Biscottificio, al quale non avrei mai pensato di appassionarmi. All’inizio è stato un disastro perché non seguivo le ricette alla lettera e si sa che la pasticceria è una scienza esatta: immaginate le mie prime creazioni! Niente a che fare con le delizie di oggi. Dove lavoro i miei biscotti sono apprezzatissimi ed è questo il motore che mi spinge tutte le mattine ad andarci. Come mi sento bene quando mi fanno i complimenti sui biscotti che cucino! È una grande soddisfazione: sento che ogni giorno aggiungo un tassello al mio futuro – forse da pasticcere? Chissà! Certo, a volte ho ancora paura di sbagliare, ma imparare ad accettare anche il fallimento fa parte del percorso. Adesso mi sento proprio parte di una comunità e il senso di riconoscimento che ho sul lavoro è essenziale per fa sì che io creda in me stesso e nelle mie capacità. L’anno prossimo potrebbe essere il mio ultimo anno di comunità, poi mi sposterò all’interno delle strutture di housing temporaneo prima di riaffacciarmi sul mondo da solo. Anche se so che, alla fine, da solo non lo sarò più».
Micaela lavora da sempre a Villa Paradiso. Siamo andate a trovarla proprio a Besana Brianza, dove ci ha accolte nel suo studio offrendoci qualche delizia appena sfornata dai ragazzi della comunità e ci ha raccontato della nascita del Biscottificio e del significato che ha per lei questo lavoro.
«Quando nel 2014 abbiamo avviato il Biscottificio Sociale credevamo davvero nelle potenzialità dell’attività, soprattutto dal punto di vista pedagogico per i nostri ragazzi. Chi vive a Villa Paradiso, la comunità terapeutica di Comunità Nuova, ha avuto un passato di eccessi ed è qui per avere un’altra possibilità. Con il Biscottificio mostriamo loro un’opportunità da cogliere anche una volta usciti da qui, quando si troveranno a ricostruire la propria vita. Mentre vivono in comunità i ragazzi sperimentano una quotidianità più protetta e scandita da attività programmate, incontri personali o di gruppo e terapie… Il mio momento preferito è quello del pranzo: intorno alla tavola, complice anche il clima più informale, i ragazzi si mostrano per quello che sono.
A volte il pranzo dura anche ore: discutiamo, scherziamo, ci prendiamo in giro. È un’opportunità di confronto reale, in cui noi educatori possiamo osservarli sotto una luce diversa: alcuni ne escono più timidi, altri più estroversi. I primi sono i più delicati, con cui il lavoro è più intenso, i secondi ribadiscono ancora una volta “ci sono anche io”.
Lavorare con questi ragazzi è una passione di 23 anni e allo stesso tempo una scelta consapevole perché credo che tutte le persone debbano avere non solo una seconda possibilità, ma anche la trecentesima».
Nell’immagine il testo di benvenuto dei ragazzi per il primo giorno a Villa Paradiso: “Non riusciamo a cambiare le cose secondo il nostro desiderio, ma gradualmente il nostro desiderio cambia. Non abbiamo saputo superare l’ostacolo, com’eravamo assolutamente decisi a fare, ma la vita ci ha condotti di là da esso, aggirandolo, e se poi ci volgiamo a guardare il lontano passato riusciamo appena a vederlo, tanto impercettibile è diventato”. (M. Proust)
La Cooperativa Sociale Comunità Nuova con I Dolci del Paradiso fa biscotti dal 2014: ha iniziato a Besana Brianza nella comunità terapeutica di Villa Paradiso, che ospita ragazzi che hanno problemi di dipendenza e li accompagna in percorsi riabilitativi residenziali.
È nata quasi per gioco ed è diventato presto “una cosa seria”: quando Maurizio Santin è entrato in laboratorio a fianco dei nostri ragazzi si è creata una linea di ben 12 tipologie di biscotti la cui produzione si è presto estesa a tantissimi altri prodotti di alta pasticceria e si è spostata nel 2019 a Milano presso il Cake l’HUB di via Luigi Mengoni 3, dove si trova tuttora. Da quest’anno è stato riattivato anche il laboratorio di Villa Paradiso.
Ma perché un Biscottificio per supportare chi ha problemi di dipendenze? La pasticceria ha un alto valore pedagogico di cura per questi ragazzi: è una scienza esatta che allena al rispetto dei tempi di attesa. La scelta degli ingredienti, unita alla precisione e alla pazienza nel seguire un procedimento, concorrono a determinare la riuscita e il successo di una ricetta. Tutti insegnamenti preziosi per chi ha pensato di vivere la vita cercando scorciatoie che si sono rivelate strade senza apparente via d’uscita.
Con la pasticceria i ragazzi imparano a usare la creatività per abbandonare la rigidità della dipendenza e iniziare a prendersi cura di se stessi e degli altri. E qualcuno di loro scopre di avere un talento.
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