La scoperta dei talenti: la relazione educativa

Il contributo di Valentina Aprea per “Chiamala relazione”.

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Abbiamo chiesto ad alcune amiche e amici, come Jovanotti, Lella Costa, Elio di Elio e le Storie Tese, Giuliano Pisapia e altri, di raccontare il loro punto di vista sulla relazione: l’amore e l’amicizia, il lavoro, l’educazione e l’aiuto, la politica, la relazione con Dio e con se stessi. Sono spunti per riflettere e per sorridere, un piccolo dono e un invito alle lettrici e ai lettori per dedicare, a loro volta, un po’ del loro tempo a considerare che ogni giorno siamo in relazione e, quindi, a porsi la domanda: «Che cosa posso fare per migliorare le mie relazioni?».

Questo è il contributo inedito è stato scritto qualche anno fa da parte di Valentina Aprea, alle elezioni politiche del 2018 rieletta alla Camera con Forza Italia nel collegio uninominale di Gorgonzola.

In un periodo di passaggio come quello che stiamo vivendo tutte e tutti, giovani e adulti, sono sempre più evidenti le criticità della globalizzazione, il nome che viene dato a questa fase storica: anche le istituzioni si stanno trasformando e per questo motivo aumenta la sensazione di incertezza. La famiglia, la scuola e gli enti di formazione cambiano per adeguarsi alla realtà in movimento: una volta punti di riferimento sicuri per la trasmissione del sapere e dei valori condivisi, oggi non sembrano più offrire le garanzie di un tempo. La stessa crisi economica ha poi acuito il disagio, talvolta percepito ma spesso reale, che coinvolge un numero sempre maggiore di persone: la difficoltà di trovare lavoro anche dopo aver conseguito il diploma o la laurea, l’indebolimento della rete di aiuto sociale che riceve sempre meno finanziamenti, ma anche la condizione o anche solo il sentimento di solitudine.

Io dico che possiamo e dobbiamo reagire attraverso una strada che favorisca cambiamenti positivi, evitando ricette facili buone per tutti i problemi. Credo sia necessario riscoprire gli aspetti essenziali della relazione educativa, quella tensione etica che permette un cambiamento autentico tanto personale quanto sociale. Se la relazione è un processo, quella educativa è quel processo attraverso il quale una persona aiuta l’altra a riconoscere e ad esprimere le proprie migliori qualità. E’ una relazione asimmetrica, perché l’educatrice o l’educatore hanno ruoli e responsabilità diverse da quelle di coloro che vengono educati, ma il progetto educativo non è un addestramento, un semplice passaggio di informazioni o di comandi, è invece un progetto rivolto a valorizzare la libertà e l’autonomia dell’allieva e dell’allievo per farli partecipare concretamente alla vita civile e aiutarli a individuare le occasioni positive che, anche in questi anni difficili, si possono generare. Le ragazze e i ragazzi devono chiedere, in questo senso, ancora più educazione e i docenti devono essere pronti ad offrirla.

L’autonomia e la libertà personale costituiscono le finalità più proprie della relazione educativa e permettono a ogni essere umano, povero o ricco, sano o malato, istruito o meno, di riconoscere la natura irripetibile che gli appartiene e di contribuire a migliorare i legami civili che sono alla base della nostra società democratica.

Valentina Aprea