Abbiamo chiesto ad alcune amiche e amici, come Jovanotti, Lella Costa, Elio di Elio e le Storie Tese, Giuliano Pisapia e altri, di raccontare il loro punto di vista sulla relazione: l’amore e l’amicizia, il lavoro, l’educazione e l’aiuto, la politica, la relazione con Dio e con se stessi. Sono spunti per riflettere e per sorridere, un piccolo dono e un invito alle lettrici e ai lettori per dedicare, a loro volta, un po’ del loro tempo a considerare che ogni giorno siamo in relazione e, quindi, a porsi la domanda: «Che cosa posso fare per migliorare le mie relazioni?».
Questo è il contributo inedito è stato scritto qualche anno fa da parte di Mariella Enoc, imprenditrice, Presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e vice presidente della Fondazione Cariplo.
Il lavoro ha un ruolo centrale nella nostra vita non solo perché ci procura i mezzi necessari per vivere, ma anche perché, nel significato più ampio di «attività», è l’ambito nel quale abbiamo la possibilità di mettere a frutto i nostri talenti. Per quasi tutti noi, inoltre, è quell’attività concreta che occupa la maggior parte della nostra giornata, durante la quale nascono e si sviluppano molte e diverse relazioni importanti: già durante il colloquio di lavoro dobbiamo affrontare una prova importante, poiché si tratta proprio dell’incontro che può dare inizio alla relazione di lavoro, che proseguirà poi durante la convivenza con i colleghi di lavoro e, per chi si occupa della vendita o dell’assistenza, con i clienti e i con i fornitori. Nel lavoro, così come nella scuola e nello sport, c’è una importante componente di prestazione, ma è grazie alla cura delle relazioni che possiamo rendere tutte queste attività capaci di farci crescere umanamente.
Occupandomi da tanti anni in prima persona di direzione aziendale – ho cominciato presto, subito dopo l’università – ho potuto avere uno sguardo complessivo sul mondo del lavoro e sulle relazioni che si creano al suo interno. Il mio approccio è di guardare all’azienda come ad un’orchestra nella quale non ci sono solisti, non lo è nemmeno il direttore, ma persone che collaborano all’esecuzione di uno spartito musicale che indica la strategia di sviluppo aziendale a vantaggio di tutti: azionisti, dirigenti, lavoratori e comunità locale. Se ognuno fa la sua parte secondo il proprio ruolo, l’orchestra funziona.
Ho svolto colloqui di lavoro, riunioni con i dirigenti, con i lavoratori e con i rappresentanti sindacali. Ho sempre mantenuto ferma una convinzione, confermata dall’esperienza: tutte le relazioni di lavoro devono avere come qualità fondamentali la sincerità e la corretta condivisione delle informazioni. Mentire o nascondere informazioni non solo avvelena i rapporti, come d’altra parte accadrebbe in famiglia o con gli amici, ma impedisce ad ognuno di fare le scelte corrette per sé e per l’azienda. L’orchestra sarà stonata e non ci sarà più pubblico ad ascoltarla.
Quando i rapporti di lavoro sono corretti e leali – da entrambe le parti: datore e lavoratore – diventano un’alleanza che ha come obiettivo il bene comune. In caso contrario il lavoro si trasforma in un luogo di conflitto per cercare un vantaggio personale a discapito degli altri. Chi dirige un’azienda deve essere onesto con i lavoratori e con i sindacati, nella buona e nella cattiva sorte, così come, in un’ottica di alleanza, lo devono essere i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali. Ancor più, poi, sincerità e correttezza devono valere tra i colleghi. Per questo invito sempre i più giovani, quando entrano nel mondo del lavoro, ad evitare le facili sirene di quelli che si ritengono “furbi” e cercano di lavorare il meno possibile: forse ottengono un immediato vantaggio per la propria pigrizia, ma a svantaggio dell’azienda e, di conseguenza, a svantaggio di tutti gli altri colleghi di lavoro. Si comportano come se il datore di lavoro fosse il proprio antagonista, mentre, ora più che mai, abbiamo bisogno di essere alleati. Oggi si dice infatti che tra le parti sociali – imprenditori, lavoratori e sindacati – occorre costruire un’alleanza per vincere la difficile sfida del mercato globale. Ma questa alleanza deve partire dal luogo di lavoro, dalla relazione con il proprio collega, con il proprio caporeparto, con il direttore dell’azienda.
Allearsi per cooperare insieme, dunque, con sincerità, una qualità importante in ogni relazione. A maggior ragione non dovremmo dimenticarcene quando mettiamo insieme le forze per realizzare i frutti del nostro lavoro.
Mariella Enoc