Nelle periferie di Milano ci sono molti giovani che rischiano di perdere la rotta: lo sa bene Mattia Camisa Morale, responsabile del nuovo Laboratorio Giovani di Rozzano gestito da Comunità Nuova, inaugurato lo scorso 28 Maggio. Con lui abbiamo parlato di quali sono i bisogni reali dei ragazzi del territorio e del perché, ad oggi, sia indispensabile la presenza di un laboratorio a loro dedicato che li guidi nella loro crescita e nel loro futuro.
Da quanto tempo Comunità Nuova opera nel territorio di Rozzano?
Tutto è partito da don Gino: nei primi anni 2000 viveva in una cascina proprio a Rozzano e ha visto da vicino i rischi che correvano i giovani in un contesto di malavita e criminalità. Comunità Nuova ha deciso quindi di intervenire dando una risposta alle difficoltà di questo territorio e ha scelto di usare lo sport, come strumento educativo e informale di contatto coi ragazzi. E così 15 anni fa siamo arrivati sul territorio con il progetto “Tapin” realizzato insieme al Comune di Rozzano e a FC Internazionale: proprio tramite lo sport abbiamo lavorato sul tessuto sociale di questa parte di periferia milanese. Da quel momento non abbiamo più abbandonato Rozzano, continuando il nostro intervento con l’Unità mobile dello Sport, un camper equipaggiato con attrezzature sportive portatili, che girava per il comune appoggiandosi a diverse strutture. Col tempo ci siamo resi conto che serviva un luogo fisico “senza ruote” in cui ritrovarci, con un indirizzo e degli orari di apertura, così da garantire ai ragazzi che ci hanno seguito negli anni maggiore stabilità e sicurezza.
Perché oggi un Centro per Giovani?
Abbiamo voluto creare uno spazio che fosse di riferimento per i ragazzi incontrati in questi anni attraverso l’Unità Mobile. Oggi come ieri un luogo fisicamente presente sul territorio, pensato per i giovani, ci permette di dare continuità alla relazione e strutturare al meglio l’intervento a loro rivolto.
Vogliamo diventare un luogo adatto anche ai più piccoli per supportarli nella crescita ma anche a quelli più grandi – che sono con noi da diversi anni – per aiutarli ad attrezzarsi per la loro vita adulta.
Cosa proponete ai ragazzi?
Abbiamo pensato ai bisogni e agli interessi che possono avere i ragazzi dai 10 ai 25 anni: oltre alle attività sportive, proponiamo servizi come il doposcuola per i bambini e le bambine delle elementari e delle medie, i laboratori creativi, lo sportello lavoro, la web radio e la ciclofficina.
Da sempre credete nello sport come strumento educativo: perché?
Lo sport è una metafora della vita: ti insegna a compiere sacrifici, a credere negli ideali, a condividere le gioie e le sconfitte, a imparare dagli errori. In particolare, per noi l’ultimo punto è fondamentale: se nella vita compiere degli errori ha un peso maggiore, nello sport i ragazzi imparano a sbagliare e migliorarsi con leggerezza. In questo percorso, l’educatore gioca un ruolo fondamentale nel dirigere i ragazzi verso una conoscenza più profonda di loro stessi.
Quali sono le altre attività educative del Laboratorio?
Abbiamo deciso di introdurre nel Laboratorio Giovani la radio e la ciclofficina per educare i ragazzi sotto diversi punti di vista.
Con la radio si vuole rivoluzionare le modalità di comunicazione della new generation, indirizzata sempre di più verso il mondo digitale. Da un lato i ragazzi riscoprono l’importanza di comunicare verbalmente le proprie idee e pensieri, sganciandosi da limiti e timidezze. Dall’altro la discussione sugli argomenti da affrontare durante la trasmissione porta inevitabilmente ad una maggiore consapevolezza dei partecipanti, che sono portati ad interrogarsi su temi di attualità spesso delicati.
Con la ciclofficina, invece, vogliamo stimolare i ragazzi a mettersi in gioco e maturare la capacità di problem solving, capacità che diventano stimoli anche nell’approccio al futuro. Abbiamo perciò allestito uno spazio ad uso gratuito con tutti gli attrezzi necessari, offrendo il nostro supporto nelle attività di riparazione delle biciclette.