Una nuova idea di volontariato secondo BIR

Relazione e vicinanza sono le parole d’ordine del nostro lavoro, ma con lo stop obbligato dettato dall’emergenza sanitaria si sono inevitabilmente create delle distanze. E noi vogliamo colmarle.

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Il nostro è un lavoro che si basa sulla relazione e sulla vicinanza alle persone, ai giovani soprattutto.
Gli ultimi 16 mesi hanno creato una distanza nei nostri interventi e nelle nostre attività che in prima battuta ci ha messo in difficoltà.
Abbiamo parlato con Marco Povero, direttore dell’Associazione BIR ODV che partecipa alla Fondazione e dal 1999 attiva centinaia di volontari ogni anno per esperienze di animazione a favore dei bambini in Romania e Repubblica Moldova. Gli abbiamo chiesto di raccontarci se il Covid-19 ha influito nel rapporto con i loro volontari e come ha rivoluzionato le proposte estive a loro rivolte.

L’emergenza sanitaria ha toccato anche il volontariato di BIR e vi ha costretti a ripensare alle proposte da fare ai ragazzi per l’estate: come?
Come Associazione abbiamo sempre proposto i campi estivi in est Europa, ma purtroppo, a causa dell’emergenza sanitaria, dal 2020 non ci è stato possibile partire. Da quel momento ci siamo dirottati verso l’Italia e quest’anno abbiamo concentrato le nostre forze su Milano e Como, offrendo la possibilità a volontari giovani e meno giovani di vivere delle esperienze più intensive di cittadinanza attiva.

A partire da marzo 2020 sono sorti nuovi bisogni e nuove emergenze che per un’organizzazione di volontariato diventano occasioni di attivazione e partecipazione attiva…
Ci siamo resi conto che a causa dell’isolamento provocato alla pandemia Covid-19 i bisogni nel territorio a noi vicino erano di tipo relazionale, soprattutto per quanto riguarda i giovani che hanno trascorso molto tempo in casa e da soli in una situazione di forte stress.
Come associazione abbiamo sempre avuto l’obiettivo di proporre esperienze da noi chiamate “trasformative”, che mettono al centro le relazioni e influenzano il percorso di crescita dei volontari. Per questo motivo, i nostri campi estivi 2021 sono per lo più residenziali, in cui i momenti di condivisione e unione tra volontari sono intensificati, così come le opportunità di imparare e mettersi in gioco.

Nel concreto quali proposte fate ai ragazzi per l’estate 2021?
Abbiamo attivato diverse collaborazioni in Italia per ampliare il ventaglio delle proposte che facciamo ai ragazzi. Quest’estate vogliamo lavorare insieme a loro su come scardinare i pregiudizi e gli stereotipi, favorendo la cooperazione e l’inclusione. In particolare proponiamo ai ragazzi dai 16 anni in su campi di animazione partecipati da bambini e ragazzi tra 5-15 anni insieme a Comunità Nuova e al CCTE Gratosoglio, attività di supporto per i ragazzi con disabilità insieme al Circolo di Porta Romana, cammini come esperienza di gruppo insieme all’Associazione Camminare Guarisce. Quando possibile, cerchiamo di proporre queste attività ai volontari favorendo anche l’esperienza di convivenza residenziale. Ad esempio, a fine agosto saremo ospitati dall’Ostello di Monte Barro dove svolgeremo laboratori e workshop sul tema dell’educazione non formale.

La partecipazione alla collettività e la costruzione di relazioni sono sempre stati temi centrali per l’associazione. Che cosa significa oggi promuovere questi valori?
I mesi di lockdown hanno stressato le relazioni e la partecipazione alla vita di comunità: è stato un periodo critico che ci ha convinto dell’importanza di dare maggior risalto a questo tipo di valori proprio a chi ne ha sofferto la mancanza. Certo, le nostre proposte sono rivolte sempre a tutti, anche a chi fosse alla ricerca semplicemente di un’esperienza come quella che proponiamo. È un modo per tornare a incontrarsi insieme e per gli altri.

In che modo i campi estivi possono portare ad una maggiore consapevolezza civica?
Fino al 2019, abbiamo sensibilizzato tanto sulle tematiche legate alla Moldova e la Romania. Oggi abbiamo deciso di dare ancor più risalto alle necessità vicine a noi. Prendendo come esempio la città di Milano, che a molti può sembrare efficiente e piena di opportunità, si rivela spesso un luogo di disuguaglianze. Coi campi estivi, quindi, i volontari hanno modo aprire gli occhi su quello che accade a chi ha poche opportunità e, allo stesso tempo, cercare di avere un ruolo attivo nella società in modo da aiutare il prossimo.

 I volontari come stanno rispondendo alle vostre proposte?
Quest’anno abbiamo fatto proposte diverse con l’obiettivo di coinvolgere meno volontari ma in esperienze più intensive. La partecipazione ai campi estivi è quindi in calo rispetto al 2020, d’altronde i ragazzi hanno vissuto con stress mesi senza certezze. L’’estate rappresenta per loro – ancora di più quest’anno- il ritorno alla socialità perduta durante l’anno. Anche per questo stiamo pensando a potenziare il ‘volontariato tutto l’anno’ con proposte di attivazione in Italia che si affiancano a quelle tradizionali in Romania e Repubblica Moldova.

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