Senza casa non puoi avere la residenza e questo significa che non puoi rinnovare i documenti, non puoi iscrivere il tuo figlio più piccolo all’asilo e non puoi ottenere gratuitamente i libri per quello che va alle elementari. E devi anche sperare che l’influenza che hai preso passi in fretta e che tu non abbia bisogno di una visita specialistica, perché non hai diritto nemmeno a quella. Ma il paradosso più grande è che senza residenza non puoi accedere alla richiesta per avere una casa popolare.
Come Fondazione sosteniamo il progetto Housing Sociale di Comunità Nuova per rispondere a un obiettivo preciso: dare la possibilità alle famiglie più fragili e alle persone in gravi difficoltà di veder garantito il proprio diritto ad avere una casa sicura e accompagnarli a richiedere la residenza, che è un ponte per fare tutto il resto.
Proviamo a capire meglio la situazione!
C. abita in via Ricciarelli, a Milano. Quando ci accoglie in casa sua veniamo trasportate in Marocco: tutto ricorda il suo paese di origine, dai cuscini del divano ricamati color deserto ai profumi di spezie nell’aria. Ci offre subito una tazza di tè alla menta insieme ai piatti tradizionali e ci racconta di quando a 19 anni è arrivata a Milano dopo aver viaggiato da sola tra Spagna e Francia.
«Non sapevo la lingua, non avevo nessuno né un posto dove andare. Ho fatto lavoretti qua e là, ma quando ho perso definitivamente lavoro non ho più potuto pagare l’affitto e da lì sono iniziati i guai. Allora vivevo nel quartiere Giambellino e ho continuato ad abitare là perché non sapevo dove andare, con mio figlio piccolo era davvero difficile la situazione. Sono diventata abusiva: significa che mi ero appropriata di una casa che non mi spettava, lo sapevo, ma dove potevo andare? Ero terrorizzata che mi mandassero via da un momento all’altro: avevo paura di uscire la mattina e non trovare più le mie cose quando tornavo. Era già capitato, le voci girano in fretta tra quelle mura sottili.
Poi però le cose sono cambiate quando ho conosciuto la Fondazione! Tramite la maestra di mio figlio ho cominciato a fare volontariato al Segretariato Sociale, che è uno degli altri servizi di Comunità Nuova che la Fondazione sostiene e che presto è diventata la mia seconda famiglia. Dopo così tanto tempo senza un luogo sicuro dove stare, sono stati loro a darmi la cosa più importante che potessi desiderare per me e mio figlio: una casa. Sono riuscita a ottenere uno degli appartamenti che mettevano a disposizione per le persone in difficoltà come me grazie al progetto di Housing Sociale e ora abito qui da un anno e mezzo. Sogno di poter fare domanda per una casa popolare per continuare il mio percorso verso la completa autonomia».
Irene lavora al progetto Housing Sociale come educatrice. Ogni giorno incontra persone e famiglie in grande difficoltà e ci racconta la storia di S., una ragazza che partecipa al progetto da quando è giovanissima.
«Con il progetto Housing Sociale di Comunità Nuova guardiamo in faccia l’umanità delle persone: accogliamo chi ha un bisogno urgente, chi è rimasto solo e non sa più dove andare. E una volta riuscite a rimettersi al riparo e avere un tetto sopra alla testa, le persone cambiano, perché hanno tempo ed energie per farlo. Riprendono in mano la propria vita da dove l’avevano lasciata perché la loro casa non è più la strada.
Prendete il caso di S.: quando l’abbiamo incontrata era poco più che una ragazzina, non lavorava né studiava, non aveva più una famiglia che se ne prendesse cura e soprattutto non aveva un posto dove dormire. Sognava un lavoro nel mondo della ristorazione prima che la sua vita prendesse un’altra strada. Noi l’abbiamo aiutata con la casa, lei ha fatto il resto: l’ha imbiancata, l’ha resa sua, si è sentita sicura e ha ritrovato quella quotidianità serena per riprendere in mano tutto quello che aveva lasciato indietro. Oggi lavora in un bar di Milano e abita insieme al suo ragazzo: vederli così felici mi riempie il cuore di gioia! Se penso a come è iniziato tutto e a come in soli 3 anni è cambiato il suo mondo… Sostenuti dalla Fondazione quello su cui lavoriamo noi educatori è proprio l’idea dell’”housing first”: si parte dal concetto della casa per poi ristrutturare la propria vita. Perché se non hai un posto in cui riposarti, non sarai lucido il giorno dopo al lavoro; e se non hai un posto dove farti la doccia, non potrai presentarti in ordine a un appuntamento. È solo la casa che riesce a dare ordine alle priorità che hai per vivere dignitosamente».
Tra i quartieri di San Siro e Giambellino abbiamo 15 appartamenti per chi una casa non ce l’ha. È questo il progetto di Housing Sociale di Comunità Nuova che noi di Fondazione sosteniamo. Gli alloggi che mettiamo a disposizione non possono entrare a far parte dei bandi pubblici perché non rispondono ai criteri per essere considerati residenzialità pubbliche regionali. Vengono quindi gestiti da enti come ALER o MM che li distribuiscono alle associazioni del terzo settore di Milano impegnate in questo ambito e che possono a loro volta metterli a disposizione delle famiglie in difficoltà.
È grazie al Segretariato Sociale, un altro servizio offerto da Comunità Nuova e sostenuto dalla Fondazione, che riusciamo a intercettare le segnalazioni che emergono nelle periferie. Ci mettiamo nei panni delle famiglie, ne ascoltiamo i bisogni, dialoghiamo con loro e quello che chiediamo è un patto, prima di tutto di fiducia. Perché con il progetto di Housing Sociale offriamo una parentesi tra l’urgenza di un momento difficile e un futuro di speranza. E desideriamo che questo arrivi il prima possibile, per tornare a una vita fatta di sicurezza e autonomia.
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