Con la passione si costruisce il futuro

Per effetto del Decreto Caivano, a gennaio 2024 i ragazzi presenti al Beccaria erano 72. La presenza di operatori che guidino il percorso dei ragazzi all’interno delle carceri è diventata ancora più essenziale.

Condividi su

Il Decreto Caivano ha alzato le presenze dei ragazzi all’interno degli Istituti Penali Minorili (IPM). Se a marzo 2023 i minorenni e i giovani adulti detenuti erano 380 e non si sono registrate grandi oscillazioni durante tutto l’anno, tra lo scorso novembre e gennaio di quest’anno se ne contano quasi 120 in più. Ma se i ragazzi aumentano, questo non vale per chi con quei ragazzi ci lavora ogni giorno. Educatori, psicologi, assistenti sociali, agenti, medici e infermieri sono sempre meno. E ad ascoltarli bene si capisce che si sentono sfiduciati e poco valorizzati, che non riescono a comunicare in modo efficace con i colleghi o a incontrarsi per parlare delle attività, di come sta questo o quel ragazzo, di quello che possono fare insieme.

Noi di Fondazione vogliamo provare a fare la nostra parte per cambiare le cose: sosteniamo il percorso di formazione per chi lavora all’interno dell’IPM con una squadra di esperti che ascolta i bisogni degli operatori, li incontra e collabora con loro per fargli riaccendere la passione che li ha spinti a lavorare in un contesto così delicato come il Beccaria. 10 incontri collettivi con un gruppo eterogeneo di operatori, come agenti, educatori, psicologi, infermieri e volontari, per migliorare la quotidianità dei ragazzi dentro il carcere, passando dalla valorizzazione di chi con loro ha a che fare tutti i giorni.

Proviamo a capire meglio la situazione!

F. è un operatore dell’ENAIP che al Beccaria lavora per offrire opportunità di formazione ai ragazzi. Insieme ad alcuni colleghi ha seguito gli incontri organizzati all’interno del carcere.

«Al Beccaria c’è aria di cambiamento e io ho avuto la possibilità di farne parte. Mi sembra che le cose tra noi operatori stiano andando nel verso giusto: oggi ci pare impensabile non comunicare tra noi le idee, le proposte o le preoccupazioni che condividiamo… Come facevamo prima a lavorare in modo efficace?

Gli incontri sostenuti dalla Fondazione sono stati una vera boccata d’aria fresca: sono riusciti a mettere in discussione le vecchie modalità che sembravano scolpite nelle pareti del Beccaria, chi l’avrebbe mai detto! Io mi sono sentito spinto a proporre nuove idee e strategie, ho imparato molto su me stesso e sul potere delle mie azioni. Ho compreso quanto sia importante la comunicazione diretta e la collaborazione con i colleghi per evitare fraintendimenti. 

Credo che continuando a condividere le nostre esperienze e idee per il futuro, i frutti del nostro lavoro collettivo possano essere ancora più significativi!

Siamo stati ascoltati perché abbiamo trovato orecchie disposte a farlo e alla fine della formazione il messaggio che ci siamo portati a casa è stato chiaro: per lavorare bene con e sui ragazzi del Beccaria, dobbiamo partire da noi operatori».

È una donna con una forte determinazione Franca. Lo si capisce subito da come ci racconta del lavoro che fa all’interno del Beccaria insieme alle psicologhe Chiara e Barbara: vogliono portare un cambiamento nel modo di lavorare per i ragazzi detenuti. E credono che di questo il Beccaria ne abbia proprio bisogno.

«L’evasione di alcuni ragazzi durante il giorno di Natale di due anni fa è stato un segnale che qualcosa non stesse andando bene al Beccaria. È stato don Gino a chiamarci perché con il sostegno della Fondazione voleva ricreare un luogo in cui le persone che lavorano si sentono bene e libere di poter interagire tra loro. È da questo benessere che poi si arriva a lavorare in modo intelligente con i ragazzi. Ha colpito nel segno con un’intuizione tanto semplice quanto essenziale: cominciare a seminare un cambiamento positivo che partisse direttamente dalle segnalazioni degli operatori.

Abbiamo lavorato con una squadra eterogenea di operatori, come agenti, educatori, psicologi, infermieri e volontari ed è stato un percorso stimolante e talvolta sfidante, soprattutto all’inizio. Quello che proponevamo ha inizialmente fatto storcere un po’ il naso al gruppo perché non era abituato a un approccio del genere. Ma incontro dopo incontro le cose sono cambiate! Si sono sbloccati, hanno cominciato a parlare di quello che funzionava bene e di cosa invece potesse essere migliorato. Certo, il lavoro da fare è ancora molto, ma mi sento di dire che l’esito di questo percorso è stato davvero buono: è come se fossimo riusciti a ricordare a ognuno di loro la vera motivazione che li ha portati a lavorare all’interno del Beccaria».

Collaborazione è la parola che orienta il lavoro che siamo facendo al Beccaria. Perché per lavorare bene con i ragazzi detenuti, bisogna prima lavorare bene tra operatori: per farlo c’è bisogno di essere al corrente di quello che fanno i colleghi, delle attività che propongono e dei momenti dedicati a ognuno dei ragazzi.

Come Fondazione sosteniamo il lavoro di una squadra di esperti formata da psicologhe, educatrici e formatrici che ha tra gli obiettivi il potenziamento della comunicazione tra tutti gli operatori del Beccaria. La prima proposta è stata la creazione – e successivamente la condivisione – di un piano delle attività della giornata e della settimana, cruciale per il successo dell’impegno educativo e sociale di ogni operatore verso i ragazzi. Il planning non è solo un elenco di attività, ma un potente strumento nel rapporto con i ragazzi, una parte essenziale del Patto educativo e una rappresentazione tangibile dei vincoli e delle risorse a disposizione. È anche e soprattutto il risultato di un processo di co-costruzione che coinvolge tutti i soggetti e i ruoli all’interno del Beccaria, un percorso che va al di là della semplice organizzazione delle attività: rimette al centro le competenze e le idee degli operatori, valorizzando il tempo che trascorrono insieme ai ragazzi che si sentono coinvolti. Per far credere loro che un futuro diverso sia davvero possibile.

Puoi sostenere anche tu questo progetto

Donarci il tuo sostegno è semplice e puoi farlo in tre modi.

Dona tramite Bonifico Bancario
Dona online con Carta di Credito o PayPal
Dona con Satispay