Lascito testamentario
Lascito testamentario
Come Fondazione promuoviamo e sosteniamo quanti più progetti possibile dedicati alla crescita e alla formazione in particolare dei giovani, soprattutto quelli che, per motivi sociali o economici, hanno poche possibilità di progettare il proprio futuro. Cerchiamo di accompagnarli per un tratto di cammino.
Perché fare testamento
Lasciare un testamento significa lasciare un segno, un legame di continuità con il futuro, ma può anche diventare un gesto di solidarietà verso chi ha bisogno di essere sostenuto. Un lascito alla nostra Fondazione è un’impresa che va in questa direzione, un dono che ci aiuterà a supportare i progetti a favore dei minori, i giovani e le famiglie, italiane o immigrate.
Le tre tipologie di testamento più frequentemente utilizzate sono:
Testamento olografo | Testamento pubblico | Testamento segreto |
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È un semplice foglio di carta che deve essere scritto a penna da chi fa testamento, deve essere datato (giorno, mese e anno) e firmato con nome e cognome. I tre requisiti sono fondamentali e necessari al fine di rendere valido il testamento. La consulenza del notaio è utile, ma non indispensabile per legge. | Richiede necessariamente la presenza del notaio e di due testimoni. Il notaio raccoglie le volontà del testatore e le trascrive in forma giuridicamente adeguata. Il documento è firmato dal testatore se in grado di sottoscrivere, dai testimoni e dal notaio. | È redatto dal testatore, che consegna al notaio il documento in busta chiusa, alla presenza di due testimoni. Il documento può essere scritto anche con mezzi meccanici o da terzi, ma dev’essere firmato dal testatore in ogni mezzo foglio. Il notaio redige il verbale di ricevimento, che viene firmato dal testatore, dai testimoni e dal notaio. |
Libertà di fare testamento
Secondo la legge vigente nel nostro paese il testatore può disporre solo di una parte del proprio patrimonio nel caso siano presenti soggetti definiti “legittimari” come i figli (compresi quelli adottivi) o loro discendenti, il coniuge o il soggetto unito civilmente e, in assenza di discendenti, gli ascendenti legittimi (genitori e nonni); questa quota di eredità è definita “indisponibile, legittima o riserva”. È comunque sempre possibile per il testatore disporre liberamente di una quota del proprio patrimonio (la cosiddetta “disponibile”) senza intaccare in nessun modo i diritti alla successione dei propri cari. Se, al momento della scomparsa, non sono individuati parenti entro il 6° grado oppure beneficiari (attraverso il testamento), l’eredità viene acquisita dallo Stato.
Un esempio di lascito
Nel testamento la nostra Fondazione può essere destinataria di un legato, cioè di una disposizione a titolo particolare, scrivendo ad esempio: “Lascio alla Fondazione Don Gino Rigoldi con sede legale in via Luigi Mengoni 3 a Milano, la somma di euro … o l’immobile sito in … o il bene …”. In questo modo la nostra Fondazione diviene direttamente legataria.
Oppure la nostra Fondazione può essere nominata erede, scrivendo ad esempio: “Nomino mio erede universale (o per una quota di …) la Fondazione Don Gino Rigoldi con sede legale in via Luigi Mengoni 3 a Milano”. In tal modo la nostra Fondazione diventa erede.
FAQ – Domande frequenti
Perché è un gesto di generosità proiettato verso il futuro che lascia un segno importante per chi lo fa e in chi lo riceve.
Tutti possono disporre dei propri beni per testamento, a esclusione di coloro che al momento della redazione del testamento erano incapaci di intendere e di volere, dei minori e degli interdetti per infermità mentale. In tali casi il testamento eventualmente redatto può essere annullato su richiesta di colui che vi abbia interesse. Una persona che per problemi fisici non sia in grado di scrivere o firmare, invece, può fare testamento in forma pubblica, recandosi da un notaio.
Sì. I beni specifici o la quota del patrimonio espressamente indicati nel testamento saranno devoluti ai soggetti individuati dal testatore, secondo la cosiddetta “successione testamentaria”. Il restante patrimonio, qualora vi sia, andrà agli eredi legittimi secondo le disposizioni di legge che regolano la cosiddetta “successione legittima”.
In assenza di testamento, il patrimonio è diviso tra gli eredi in base alle quote spettanti, come previsto dal codice civile. I familiari che ereditano per legge sono: coniuge o soggetto unito civilmente, figli, fratelli (se mancano i figli), ascendenti (se mancano i figli) o altri parenti entro il 6° grado (solo se unici eredi).
Sì, qualunque situazione familiare si abbia, è sempre possibile destinare una parte della propria eredità, la cosiddetta “quota disponibile”, a soggetti diversi. Non possono comunque essere esclusi dalla successione i cosiddetti “legittimari”: il coniuge o il soggetto unito civilmente, i figli (in caso di loro premorienza, i figli dei figli), e i genitori legittimi in caso di assenza dei figli. Costoro hanno sempre diritto a una quota di eredità, la cosiddetta “quota di legittima” o quota indisponibile.
Non necessariamente. Il testamento olografo può essere redatto da chiunque lo desideri e sia in grado di scrivere. Il notaio può essere utile per la consulenza, ma non è indispensabile. Sarà necessario rivolgersi al notaio nel caso in cui si intenda o si debba redigere un testamento pubblico o un testamento segreto.
Sono eredi legittimi coloro ai quali è dovuta l’eredità in assenza di testamento (coniuge o soggetto unito civilmente, figli e parenti entro il sesto grado). Sono legittimari coloro i quali, in presenza di testamento, hanno comunque diritto ad una quota che li tuteli in virtù della parentela molto prossima.
Sì. Il premio dell’assicurazione sulla vita non fa parte del patrimonio ereditario e può essere destinato a un’organizzazione non profit come Fondazione Don Gino Rigoldi.
È sempre possibile modificare le proprie volontà. Si può inoltre sostituire un testamento olografo con uno pubblico e viceversa. Nel caso in cui si voglia cambiare radicalmente il proprio testamento è bene scrivere “revoco ogni mia precedente disposizione testamentaria” oppure “il presente testamento sostituisce e annulla i precedenti e in particolare il testamento redatto in data…”. Se invece si tratta di modeste variazioni o di integrazioni, è bene scrivere “a integrazione (o parziale modifica) di quanto da me disposto in data…”.
I fondi raccolti grazie ai lasciti sono particolarmente preziosi perché vanno in aiuto dei giovani, ovunque il bisogno sia più impellente. Quanto agli immobili, qualora siano idonei allo svolgimento delle sue attività istituzionali, la nostra Fondazione potrà utilizzarli direttamente, in alternativa, li venderà per finanziare i suoi progetti per i bambini.
Approfondisci
Lasciare un testamento significa lasciare un segno e creare un legame di continuità con il futuro che può diventare un gesto di solidarietà verso chi ha bisogno di essere sostenuto. Come Fondazione Don Gino Rigoldi manterremo la promessa che vorrai fare alle generazioni future.