Condividi su:

Perché fare testamento

Lasciare un testamento significa lasciare un segno, un legame di continuità con il futuro, ma può anche diventare un gesto di solidarietà verso chi ha bisogno di essere sostenuto. Un lascito alla nostra Fondazione è un’impresa che va in questa direzione, un dono che ci aiuterà a supportare i progetti a favore dei minori, i giovani e le famiglie, italiane o immigrate.

Le due tipologie di testamento più frequentemente utilizzate sono:

Testamento olografoTestamento pubblico
È la forma più semplice e non richiede l’intervento né di un notaio né di testimoni. Deve essere scritto totalmente a mano da colui che fa testamento (testatore) e deve raccoglierne le volontà espresse liberamente, senza particolari formule (v. art. 602 c.c. “Il testamento olografo deve essere scritto per intero, datato e sottoscritto di mano del testatore”) e senza avvalersi di mezzi di scrittura elettronica o meccanica, né dell’ausilio di terzi, nemmeno per la redazione di una sola parola. Ovviamente, vista la sua importanza, tale documento dovrà essere conservato in luogo sicuro, meglio se affidato ad un notaio o ad una persona di fiducia.Il testamento pubblico viene redatto da un notaio in presenza di due testimoni. Chi fa testamento non scrive nulla ma dichiara, alla presenza dei testimoni, le sue volontà al notaio, il quale le mette per iscritto usando espressioni giuridicamente corrette e univoche. Il testamento viene conservato dal notaio stesso presso i suoi uffici ed è modificabile dal testatore in qualsiasi momento.

Libertà di fare testamento

Secondo la legge vigente nel nostro paese il testatore può disporre solo di una parte del proprio patrimonio nel caso siano presenti soggetti definiti “legittimari” come i figli (compresi quelli adottivi) o loro discendenti, il coniuge o il soggetto unito civilmente e, in assenza di discendenti, gli ascendenti legittimi (genitori e nonni); questa quota di eredità è definita “indisponibile, legittima o riserva”. È comunque sempre possibile per il testatore disporre liberamente di una quota del proprio patrimonio (la cosiddetta “disponibile”) senza intaccare in nessun modo i diritti alla successione dei propri cari. Se, al momento della scomparsa, non sono individuati parenti entro il 6° grado oppure beneficiari (attraverso il testamento), l’eredità viene acquisita dallo Stato.

Un esempio di lascito

Nel testamento la nostra Fondazione può essere destinataria di un legato, cioè di una disposizione a titolo particolare, scrivendo ad esempio: “Lascio alla Fondazione Don Gino Rigoldi con sede legale in via Luigi Mengoni 3 a Milano, la somma di euro … o l’immobile sito in … o il bene …”. In questo modo la nostra Fondazione diviene direttamente legataria.
Oppure la nostra Fondazione può essere nominata erede, scrivendo ad esempio: “Nomino mio erede universale (o per una quota di …) la Fondazione Don Gino Rigoldi con sede legale in via Luigi Mengoni 3 a Milano”. In tal modo la nostra Fondazione diventa erede.

FAQ – Domande frequenti

Perché è un gesto di generosità proiettato verso il futuro che lascia un segno importante per chi lo fa e in chi lo riceve.

Tutti possono disporre dei propri beni per testamento, a esclusione di coloro che al momento della redazione del testamento erano incapaci di intendere e di volere, dei minori e degli interdetti per infermità mentale. In tali casi il testamento eventualmente redatto può essere annullato su richiesta di colui che vi abbia interesse. Una persona che per problemi fisici non sia in grado di scrivere o firmare, invece, può fare testamento in forma pubblica, recandosi da un notaio.

Sì. I beni specifici o la quota del patrimonio espressamente indicati nel testamento saranno devoluti ai soggetti individuati dal testatore, secondo la cosiddetta “successione testamentaria”. Il restante patrimonio, qualora vi sia, andrà agli eredi legittimi secondo le disposizioni di legge che regolano la cosiddetta “successione legittima”.

In assenza di testamento, il patrimonio è diviso tra gli eredi in base alle quote spettanti, come previsto dal codice civile. I familiari che ereditano per legge sono: coniuge o soggetto unito civilmente, figli, fratelli (se mancano i figli), ascendenti (se mancano i figli) o altri parenti entro il 6° grado (solo se unici eredi).

Sì, qualunque situazione familiare si abbia, è sempre possibile destinare una parte della propria eredità, la cosiddetta “quota disponibile”, a soggetti diversi. Non possono comunque essere esclusi dalla successione i cosiddetti “legittimari”: il coniuge o il soggetto unito civilmente, i figli (in caso di loro premorienza, i figli dei figli), e i genitori legittimi in caso di assenza dei figli. Costoro hanno sempre diritto a una quota di eredità, la cosiddetta “quota di legittima” o quota indisponibile.

Non necessariamente. Il testamento olografo può essere redatto da chiunque lo desideri e sia in grado di scrivere. Sarà necessario rivolgersi al notaio nel caso in cui si intenda o si debba redigere un testamento pubblico.

Sono eredi legittimi coloro ai quali è dovuta l’eredità in assenza di testamento (coniuge o soggetto unito civilmente, figli e parenti entro il sesto grado). Sono legittimari coloro i quali, in presenza di testamento, hanno comunque diritto ad una quota che li tuteli in virtù della parentela molto prossima.

Sì. Il premio dell’assicurazione sulla vita non fa parte del patrimonio ereditario e può essere destinato a un’organizzazione non profit come Fondazione Don Gino Rigoldi.

È sempre possibile modificare le proprie volontà. Si può inoltre sostituire un testamento olografo con uno pubblico e viceversa. Nel caso in cui si voglia cambiare radicalmente il proprio testamento è bene scrivere “revoco ogni mia precedente disposizione testamentaria” oppure “il presente testamento sostituisce e annulla i precedenti e in particolare il testamento redatto in data…”. Se invece si tratta di modeste variazioni o di integrazioni, è bene scrivere “a integrazione (o parziale modifica) di quanto da me disposto in data…”.

I fondi raccolti grazie ai lasciti sono particolarmente preziosi perché vanno in aiuto dei giovani, ovunque il bisogno sia più impellente. Quanto agli immobili, qualora siano idonei allo svolgimento delle sue attività istituzionali, la nostra Fondazione potrà utilizzarli direttamente, in alternativa, li venderà per finanziare i suoi progetti per i bambini.

Scarica materiale

Con il Patrocinio e la collaborazione del Consiglio Nazionale del Notariato