I giovani di oggi sono gli adulti di domani.

In Italia ci sono 4,6 milioni di volontari impegnati nel Terzo Settore. Noi intercettiamo i più giovani e insieme a BIR li accompagniamo in avventure alla scoperta delle proprie capacità.

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Si scrive volontariato, si legge opportunità. E per chi la sa cogliere è un’avventura unica.

Perché partire alla volta di Romania, Repubblica Moldova e Georgia insieme ad altri ragazzi e ragazze è un’esperienza che un prezzo ce l’ha: significa partecipare a due weekend di formazione per prepararsi a partire per 14 giorni e portare animazione a bambini e bambine in stato di bisogno.

Un impegno che richiede di mettersi in gioco nelle sfide quotidiane e offrire il proprio tempo ad altre persone. Lo sanno bene i moltissimi ragazzi e ragazze, anche giovanissimi, che da 24 anni ogni estate partecipano ai campi di volontariato promossi dall’Associazione BIR.

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Proviamo a capire meglio la situazione!

Gaia ha partecipato a uno dei campi di volontariato proposti da BIR e al suo ritorno ci ha raccontato la sua esperienza:

«Non so come sia stato possibile, ma durante le due settimane che ho trascorso nel villaggio di Ocnele Mari ho imparato a comunicare ed essere compresa senza bisogno di conoscere il rumeno! E che discorsi che abbiamo fatto io e gli altri ragazzi e ragazze della comunità! È stata la magia del campo di volontariato con BIR. Ma partiamo dall’inizio… Ho sempre svolto attività di volontariato qui a Milano, ma partire per la Romania con BIR è stato davvero una boccata d’aria fresca! Era la mia prima esperienza sul campo e quando sono arrivata non ero sicura di essere all’altezza di quello che mi sarebbe stato richiesto. Ma una volta lì sono passate tutte le incertezze: avevo davanti più o meno miei coetanei e conoscevo bene le difficoltà che si affrontano a 17 anni. Si pensa che nei contesti più fragili siano i piccoli a soffrire maggiormente, ma anche gli adolescenti non se la passano bene.

A 17 anni sei ben consapevole delle cose che puoi o non puoi fare, e loro lo sono anche più di me e di molti miei amici. Io con loro mi sono comportata semplicemente come avrei voluto che qualcuno si comportasse con me quando avevo le incertezze di ogni diciassettenne: è un momento delicato quell’età e se ripenso a me avrei voluto avere qualcuno poco più grande che mi seguisse, mi ascoltasse e mi dicesse “stai tranquilla, che poi a 20 anni le cose cambiano”».

Anche per chi lavora da tempo nell’associazione e accanto a volontari e volontarie ogni campo estivo è una nuova sfida. Come ci racconta Chiara, che ha trascorso un’estate speciale, a cavallo tra due ruoli molto delicati:

«Lavoro in BIR da 1 anno e mezzo come referente dei volontari e quest’estate ho accompagnato per la prima volta un gruppo di ragazzi in Romania: che sfida avere due ruoli! Se da una parte indossavo la maglietta dello staff, dall’altra avevo a che fare con un gruppo di ragazzi e ragazze con i quali mi trovavo a lavorare alla pari. Ho dovuto trovare il modo di essere una figura d’appoggio e di sostegno, ma senza mai “rubare” il protagonismo delle proposte dei volontari. Com’è stato delicato riuscire a mantenere questo equilibrio, ma che soddisfazione! Perché quello che differenzia BIR dalle altre associazioni di volontariato è proprio questo: i volontari sono i veri protagonisti della mission che come associazione portiamo avanti, dalla formazione fino all’organizzazione delle attività.

Credo che durante i campi di volontariato in Romania i nostri ragazzi e ragazze raccolgono sempre molto di più di quello che seminano per gli altri. E a volte i ruoli si ribaltano, come quando un pomeriggio, con grande stupore di tutti, le ragazze della comunità di Copacelu hanno deciso di coinvolgere i volontari per annaffiare, zappare e arare a mano il giardino, per trasformare e abbellire il cortile. I nostri ragazzi, un po’ sorpresi, si sono trovati di fronte a un’esperienza nuova: si sono sporcati di fango e di terra e hanno scoperto insieme un lato inaspettato delle attività. Ma è proprio questo il bello durante i campi di volontariato: saper cogliere l’opportunità dall’imprevedibile».

Durante le esperienze di volontariato che i nostri ragazzi fanno d’estate insieme all’Associazione BIR l’impossibile diventa possibile. Si dimenticano addirittura del proprio smartphone, che non è scontato quando si hanno 16 anni. Come riusciamo in questa impresa?

Da oltre 20 anni coinvolgiamo giovani in esperienze di volontariato: li accompagniamo durante l’anno in percorsi di formazione e impegno sui temi della relazione, della cura, del gruppo, gli diamo spazio e ascolto, crediamo in loro e li prepariamo a trascorrere 14 giorni in Romania, Repubblica Moldova e Georgia dove porteranno animazione a bambini meno fortunati. Scopriamo che i nostri ragazzi sono capaci di aprirsi all’altro, mettersi in discussione, creare possibilità e legami intensi tanto da dimenticarsi di scorrere il feed di TikTok o guardare le stories di Instagram degli altri: non lo fanno nemmeno durante il tempo libero!

I campi di volontariato di BIR sono proprio questo: uno spazio in cui i ragazzi e le ragazze si sentono visti, investiti di una responsabilità e affiancati da chi dà loro fiducia. Eccoli allora sbocciare, uscire dalla propria zona di confort e vivere in un contesto comunitario in cui si scontrano con i propri limiti e con quelli altrui e iniziano a crescere velocemente. Si scoprono capaci di grandi cose e dimenticano le insicurezze. Sono il cuore pulsante dell’associazione BIR: qui arrivano, si mettono in gioco e rimangono perché trovano ascolto, spazio e protagonismo per sentirsi liberi di tirare fuori i loro sogni e provare ad attuarli insieme ad un gruppo che diventa subito “una seconda casa”.