«Quanto zucchero? Io ne metto in gran quantità, come da tradizione in Marocco. E oltre alla menta, aggiungo anche qualche altra erba, sentite qui che profumo!»
Suad ci accoglie così in casa sua, in via Giambellino, nel quartiere San Cristoforo di Milano. Versa il tè da una teiera lavorata e lucente, dall’alto, con una modalità tradizionale che affascina chiunque la osservi.
«È per far amalgamare bene le essenze delle foglie di menta con lo zucchero, oltre che farlo raffreddare in modo che lo si possa bere subito», ci precisa. E dopo il tè di benvenuto, passa subito al reale motivo del nostro incontro: mostrarci come si cucina una tajine di agnello.
«Per fare un’ottima tajine servono le spezie marocchine: quando torno a casa faccio sempre una scorta! Mi durano parecchio perché le uso poco dato che i miei figli amano il cibo italiano», dice sorridendo.
Il profumo delle spezie ci fa viaggiare con la mente verso Béni Mellal, la regione del Marocco centrale nella quale è nata e vissuta fino a 18 anni, quando è partita alla volta dell’Europa.
«Ho viaggiato tra Spagna, Francia e Olanda, ma era in Italia che tornavo sempre. Volevo arrivare a Milano perché qui c’è una comunità di persone marocchine di Béni Mellal che sapevo mi avrebbero aiutata», ci racconta Suad mentre taglia la cipolla e la adagia nella tajine, sopra la quale sistema l’agnello e lo cosparge di spezie. Accende il fornello a fuoco lento e abbiamo tempo per chiacchierare insieme prima che la deliziosa tajine sia pronta.
«Vivo in Italia dal 2007, ma in questa casa mi sono trasferita nel 2014 con i miei figli, dopo la separazione con mio marito. Nel 2021 ho fatto domanda per la cittadinanza e finalmente quest’anno l’ho ottenuta! Ora la stanno aspettando anche i miei figli, che si sentono già italiani essendo nati e avendo frequentato qui tutte le scuole. E poi… mangerebbero lasagna, pasta e risotto ogni giorno: più italiani di così!». Suad ride mentre sbircia sotto al coperchio per tenere d’occhio l’avanzamento di cottura della tajine. Basterà per 8 persone? Non ne è convinta, quindi a metà cottura chiama un’amica che abita proprio di fronte a lei e le chiede in prestito una tajine piú grande. La rimette sul fuoco e continua a raccontarci che i suoi figli «si trovano bene in questa zona, hanno gli amici e i compagni di scuola. Se sono felici loro lo sono anche io! Vorrei trovare un posto più adatto in cui stare con loro perché stanno cominciando a crescere: hanno 11 e 17 anni e dormire in tre in una piccola stanza comincia a essere complicato. Mi piacerebbe rimanere in questa zona perché loro qui hanno costruito i loro legami. Io ho viaggiato tanto, ma so com’è bello arrivare in un posto e riuscire a chiamarlo “casa”. E per i miei figli questa è casa».
La tajine è pronta: lo si sente dal profumo che invade la casa, ma soprattutto lo si legge dall’espressione soddisfatta di Suad. «Pronta! Ma prima di andare, volete un’altra tazza di tè?».
Suad frequenta il Segretariato Sociale, un servizio di Comunità Nuova che come Fondazione sosteniamo e che si occupa di essere un punto di riferimento per le persone e le famiglie in difficoltà in zona Giambellino a Milano. Ha ottenuto la cittadinanza e ha trovato una casa, ma svolge ancora lavoretti precari per riuscire ad essere presente per i suoi figli. Sogna di diventare una mediatrice.
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