Lettera di don Gino | Progetti in corso e in cantiere

La lettera di don Gino e il suo augurio per il futuro.

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Care amiche e amici,

in questi giorni ho scatenato un po’ di “movimento” intorno al carcere minorile di Milano, ripreso da giornali e televisioni: non amo le polemiche, ma quando l’incuria avanza, come in un giardino abbandonato quale è in questo momento il “Beccaria”, mi sento obbligato a richiamare l’attenzione delle istituzioni e dei cittadini.

Questa estate in carcere è stato tutto immobile, senza attività formative, sportive o ludiche. In questo clima i ragazzi accumulano tensioni e nervosismo, quindi scappa qualche risposta eccessivamente rude agli agenti e di conseguenza sono aumentate le denunce nei confronti dei detenuti. Da molto tempo abbiamo una direttrice vicaria la quale, essendo temporanea, non può produrre progetti e visioni nemmeno di medio periodo, dovendosi limitare a gestire l’esistente.
Il quadro delle principali emergenze, per i ragazzi in uscita dal carcere ma anche per quelli che si trovano nelle periferie della società, non è, ahi noi, cambiato: formazione, lavoro e casa rimangono i tre più urgenti bisogni dei nostri giovani, che purtroppo trovano pochissime risposte.

La Fondazione ha già deliberato un sostegno economico al progetto 4Vie per incrementare l’offerta formativa a ragazze e ragazzi che, per diversi motivi, sono esclusi dall’accesso al lavoro. Ma certo non è ancora una risposta sufficientemente adeguata.
Dobbiamo fare di più: stiamo elaborando un progetto per mettere in relazione le attività artigianali che rischiano di chiudere (non per mancanza di commesse ma di ricambio generazionale) con i giovani in cerca di lavoro, fornendo al contempo un supporto ad entrambe le parti, così generare un circolo virtuoso e favorire, nel medio periodo, il subentro nella gestione.

Un altro passo importante è la prossima inaugurazione del CN L’HUB, il centro polifunzionale di Comunità Nuova (tra i fondatori della nostra fondazione) nato proprio a fianco del carcere minorile di Milano, che sarà sede di nuove iniziative di formazione e di lavoro, di una comunità per minori in affido, di una comunità per genitori single con figli e metterà a disposizioni alcuni appartamenti per l’housing temporaneo. Nel CN L’HUB si trasferiranno anche le sedi di Comunità Nuova e della sua cooperativa sociale, dell’associazione Bambini in Romania e della nostra stessa Fondazione.

Giro di boa per il progetto “Credito al Futuro: abbiamo fino ad ora erogato la carta di credito a 8 giovani (7 ragazzi e una ragazza), con risultati incoraggianti rispetto all’incremento delle possibilità di realizzare un percorso positivo. Naturalmente alla fine di questo primo anno di sperimentazione potremo esprimere alcune considerazioni sui risultati e migliorare il progetto per rilanciarlo il prossimo anno.

Anche sul fronte della casa stiamo cercando di concretizzare la disponibilità degli enti locali e il dialogo con il ministro Delrio: vorremmo stimolare il riutilizzo di appartamenti sfitti da ristrutturare o degli immobili che rientrano tra le “sofferenze bancarie” per renderli disponibili ai progetti di housing sociale.
Ma anche l’housing temporaneo è un servizio di grande importanza: spesso rappresenta un ponte tra la precarietà assoluta e una moderata stabilità abitativa: per molti ragazzi, per molte famiglie che hanno perduto la casa, un periodo di accoglienza con canone accessibile diventa spesso il trampolino per riprendere il circolo virtuoso. Senza casa, seppur temporanea, diventa ancor più difficile trovarne una più stabile.

Il progetto di agricoltura sociale, del quale abbiamo parlato durante l’incontro di giugno, è in fase di stand-by, poiché gli investimenti necessari per farlo partire si sono rivelati troppo onerosi per le nostre attuali capacità di investimento e, soprattutto, richiedevano una disponibilità immediata di fondi. Ma l’istruttoria c’è, le conoscenze e i legami costruiti anche, quindi contiamo di mettere a frutto successivamente lo studio che abbiamo realizzato.

A presto per nuove notizie, dunque, e un carissimo saluto.

Don Gino Rigoldi