“Una casa per ricominciare”: i primi due anni di progetto

A due anni dall’avvio del progetto “Una casa per ricominciare” è tempo di bilancio. Abbiamo incontrato Chiara, la coordinatrice del progetto, che ci ha raccontato le difficoltà, le sfide e le gioie di questo percorso.

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A due anni dall’avvio del progetto “Una casa per ricominciare” è tempo di bilancio. Abbiamo incontrato Chiara, la coordinatrice del progetto, che ci ha raccontato le difficoltà, le sfide e le gioie di questo percorso che si pone come obiettivo l’accompagnamento delle persone verso una nuova stabilità abitativa attraverso un sostegno educativo che le aiuta a immaginare il proprio futuro.

«Quando le persone vengono candidate al nostro progetto, una delle cose che facciamo nel processo di selezione è immaginare in che modo possiamo lavorare nei due anni successivi – quelli di durata massima del progetto. L’obiettivo è dare accesso a una nuova – e più solida – realtà abitativa alle famiglie, ma per realizzarlo sappiamo che a volte dobbiamo affrontare delle sfide: alcune delle realtà che decidiamo di sostenere sono delle vere e proprie scommesse, in altre invece sembrano intravedersi opportunità più solide. Il lavoro da fare è tanto per preparare le persone al mercato della casa a Milano: gli ostacoli sono diversi, soprattutto per chi ha difficoltà economiche o sociali, background migratori o poche “garanzie”. Quello che possiamo dire con certezza è che l’esperienza di questi primi due anni ci mostra che riusciamo a sostenere i progetti di vita più diversi, orientando le persone a soluzioni che vanno dal mutuo all’housing sociale, dalla casa popolare alla convivenza tra giovani lavoratori».

Una volta terminati i due anni vengono organizzati momenti in cui si osserva il percorso delle persone, cogliendo insieme a loro la complessità e i risultati raggiunti. Quello su cui lavora l’équipe di progetto è la ricerca di un lavoro per i componenti della famiglia, per garantire un’occupazione sicura, in regola e soprattutto che piaccia. Con un lavoro si può sognare una casa diversa, più spaziosa e più adatta alle proprie esigenze: sentirsi realizzati e tranquilli permette di focalizzarsi su altre necessità, capire quali sono i propri diritti, doveri e responsabilità. E una volta riordinati tutti i pezzettini della propria vita, una volta concluso il percorso, le soluzioni abitative a cui ogni persona o nucleo familiare aspira sono differenti:

«C’è chi ha ottenuto finalmente una casa popolare, attesa con pazienza e ottenuta proprio grazie a uno spostamento di residenza reso possibile dal nostro progetto. C’è chi è in attesa di un mutuo per la casa che finalmente segnerà il percorso scelto per il proprio futuro. C’è chi accede all’housing sociale a canone concordato, opzione che sembrava lontanissima e che invece si è realizzata in fretta. E poi c’è chi ha scelto di andare in altri posti perché non cercava un progetto educativo: in alcuni casi il lavoro educativo scoperchia situazioni scomode, che mettono in difficoltà le persone e che non è detto vogliano necessariamente affrontare in quel momento. È comunque una scelta coraggiosa e importante, da guardare con grande rispetto: non è obbligatorio né necessario rimanere, ma se si rimane si lavora in un certo modo».

Quando chiediamo a Chiara cosa si immagina per il futuro del progetto ci racconta di una strada ancora poco battuta che le piacerebbe percorrere.

«È la strada del mercato privato. Non siamo ancora riuscite a trovare una realtà che possa fare da ponte con i proprietari di case private. Abbiamo tentato qualche aggancio con alcune agenzie immobiliari, ma il loro ingaggio con le proprietà impedisce di assumersi un minimo rischio nell’uscire fuori dai requisiti richiesti, come poter far ottenere un alloggio a famiglie con minori, a nuclei monoreddito e a persone che magari nella vita qualche inciampo l’hanno fatto. È chiaro che ci sia l’esigenza di avere una sicurezza economica da parte di chi affitta o vende, ma a volte uscire dagli schemi dà anche più soddisfazione, se tutto procede bene: è su questa consapevolezza che mi piacerebbe lavorare durante i prossimi anni».

Approfondisci

Una casa per ricominciare è il nostro progetto di transizione abitativa per accompagnare famiglie, nuclei di nuova formazione, giovani che escono da percorsi di vulnerabilità sociale che hanno già un lavoro stabile all’autonomia abitativa fornendo un alloggio temporaneo e un percorso di sostegno educativo.

Il progetto è sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con CESVI.

Se vuoi scoprire il Programma Formula, visita forfunding.it